Un articolo di Alessandra Daniele, pubblicato su
carmilla, propone un interessante parallelo tra realtà fittizie: una quella narrata da Philip K. Dick nei suoi principali romanzi e racconti, e l'altra quella rappresentata dal mondo fallace creato dal governo dell'economia.
Prendendo a riferimento "Ubik", romanzo scritto da Philip Dick nel 1966 ed edito nel 1969, l'articolo si focalizza sull'entropia, "L'Ananke, la necessità che genera il fato al quale neanche gli dei possono sfuggire. La pietra d'angolo su cui è costruito tutto l'universo. E che ne fa un mattatoio."
L'entropia è il nemico da tenere a bada.
"Philip K.Dick ha scelto tutti i suoi nemici fra i più pericolosi. Il Nazifascismo, di cui denuncia la persistente diffusione. Il sistema di potere politico-economico USA, con la sua attitudine
imperiale, la sua vocazione poliziesca. Un sistema tutt'altro che granitico, solcato da profondi conflitti interni, ma con la capacità invasiva e distruttiva d'una pandemia virale. Quel sistema che nel XXI° secolo ha già prodotto una catena di disastrose guerre neocoloniali, e una crisi economica planetaria grazie alla quale ogni giorno, mentre lavoriamo anche in agosto, i nostri sudatissimi risparmi diventano merda.
Entropia."
Tema costante nei romanzi di Philip Dick è la sensazione di realtà apparente e ingannevole, che può però essere rivelata, secondo un commento dello stesso autore, tramite "informazioni salvifiche che penetrano tra le pareti del nostro mondo grazie a un'entità dotata di personalità che rappresenta una vita - e una realtà - in grado di sostentare una forza semi-vivente" (1)
In Ubik la metafora gnostica sulla condizione umana, secondo la Daniele, è atta a spiegare l'attuale situazione. Così prosegue: "Noi siamo prigionieri e vittime, da più di vent'anni, dell' Italia di cartapesta prodotta dalla propaganda berlusconiana, uno scenario che adesso ci sta crollando addosso, mentre Berlusconi s'avvicina alla morte, politica, e cerebrale. [...] Com'è ormai evidente, il governo Monti non rappresenta il risveglio dall'incubo berlusconiano, ma solo un altro
livello di quell'incubo."
I personaggi di Ubik sono quelli tipici dell'immaginario dickiano: Glen Runciter, proprietario della Runciter Associates, tiene la moglie Ella in uno stato di semi-vita grazie alla tecnologia dei protofasoni, dialoga con lei sulle sorti della compagnia, ma la vede man mano sprofondare nella morte definitiva. Joe Chip è un dipendente della Runciter Associates che conduce una vita disordinata, essendo solo e sempre al verde. Un tipo da poco, ma che poi si ergerà a protagonista delle vicende narrate.
Nella parte centrale del romanzo, Runciter, Chip, e altri, che si trovano a doversi recare sulla Luna per affari, sono attirati in un tranello dinamitardo. Si verifica un'esplosione in cui Runciter perde la vita, mentre Chip e gli altri della squadra sopravvivono e si preparano al contrattacco. E' a questo punto che Joe Chip diventa depositario di una serie di avvertimenti, scritte, messaggi, inviatigli dallo stesso Runciter,che gli rivelano la sua condizione e la reale natura del mondo in cui è imprigionato. Infatti i ruoli sono ribaltati e Runciter è l'unico sopravvissuto, mentre tutti gli altri risultano ibernati nello stato di semi-vita. Chi si credeva vivo è morto, e chi si dava per morto è vivo.
I personaggi di "Ubik", o meglio le loro menti, sono prigioniere d'una replica virtuale del mondo prodotta dalla mente d'un ragazzo schizofrenico di nome Jory, che si nutre della loro energia vitale. Questo mondo virtuale però cade a pezzi. Jory è una evidente rappresentazione del demiurgo, la divinità gnostica inferiore che si crede il vero dio e che plasmò la caotica materia primordiale per darle forma e ordine.
"Monti stesso", continua il pezzo di Alessandra Daniele "coi suoi salassi, è in fondo l'ultima, scarnificata manifestazione dello stesso demiurgo, come lo zombie-Jory che verso la fine di Ubik azzanna Joe Chip, nel vampiresco tentativo di rubargli ancora un'ultima scintilla di vita. Jory è il Demiurgo del mondo di obsolescenza che appare come reale fino al momento dell’anamnesi e liberazione".
Runciter - e, con lui, la moglie Ella, a interpretare il principio femminino - assurge a salvatore esterno, portando Ubik, un cosmetico esoterico che annulla l'entropia, e che rappresenta la conoscenza (la Gnosi, appunto) o, in altri termini, restituisce tramite l'anamnesi la memoria della vera natura umana, rivelando il Dio autentico, che può trovarsi nella spazzatura di una fogna, invece che in Paradiso (2).
Negli stessi termini si può paragonare a "Ubik" un altro romanzo di Philip Dick, che lo stesso autore collegava e a cui nello stesso tempo riconosceva le stringhe di un superiore grado di forza narrante: "Le tre stimmate di Palmer Eldritch", pubblicato nel 1965. Leo Bulero è un uomo energico, a capo di un'azienda, la Perky Pat Layouts, che vende ai coloni su Marte dei plastici, ambienti ideali in miniatura, in cui i coloni si possono traslare una volta assunta la droga Can-D. Concorrente di Bulero è Palmer Eldritch, un industriale che, di ritorno dal sistema solare di Proxima, si è schiantato sul pianeta Plutone. E' sopravvissuto, ma in forma più di cyborg che di uomo, essendogli stati impiantati un occhio artificiale, mano meccanica e denti d'acciaio. Porta con sé una nuova droga, il Chew-Z, che minaccia di soppiantare il Can-D, perché non occorrono plastici e il suo effetto dura tantissimo. Il mondo artificiale creato dal Chew-Z è però una estensione della mente dello stesso Eldritch, che acquista potere divino sul mondo alternativo in cui ci si trova assumendo la droga. Barney Mayerson è un precog alle dipendenze di Bulero, che si trova a dover partire insieme ai coloni per Marte e fare esperienza della droga di Eldritch. Scopre così che i mondi illusori creati dal Chew-Z sono controllati da Eldritch e che uscirne non è affatto facile. I tratti gnostici ci sono tutti: è evidente come Eldritch sia il demiurgo, così come è facile tracciare un parallelo tra i personaggi Runciter - Chip e Bulero - Mayerson. Le
stimmate di Eldritch (denti, occhio e arto artificiali) si propagano nella realtà allucinata, ma alla fine sarà proprio Bulero, ultimo eroe dell'umanità, a salvare il mondo. Nell'Esegesi lo stesso Philip Dick ricorre alle tesi gnostiche per spiegare Palmer Eldritch: "Leo Bulero che sconfigge Palmer Eldritch è il salvatore/messaggero che sconfigge il demiurgo creatore di questo illusorio mondo-prigione. Egli infrange il potere che questi ha sull'uomo" (3). Pur se Philip Dick non poteva definirsi uno gnostico, lo gnosticismo gli si adattava in maniera davvero eccellente (4).
Il modello del Cristo-Salvatore gnostico è molto diverso da quello della visione cristiana ortodossa. Secondo la teogonia gnostica il nostro mondo sarebbe infatti una costruzione cattiva e malvagia, operata da un demiurgo folle, che non sarebbe mai dovuto esistere, frutto dell'errore dell'eone (dio-primo) chiamato Sophia, che emanò senza il Cristo, suo eone partner. Così il demiurgo, credendo di essere dio lui stesso, si cimentò nella produzione di un mondo fenomenico in cui rimase intrappolata una parte del Dio Primo insieme a Sophia che, comunque, riuscì ad infondere alcune scintille spirituali nella creazione, effetto del suo potere anti-entropico. In questo vuoto di conoscenza manca il Logos, che farebbe riconoscere l'uomo in Dio, ma è presente perché imprigionato con Sophia, la Sapienza. In questo contesto si inserisce il Salvatore, per restituire all'uomo la memoria della sua vera natura. Sophia, presente come Scintilla Divina in ogni creatura, è dunque un collante spirituale che tiene unito il mondo al suo interno, pur se occorre attendere il salvatore esterno per ottenere l'illuminazione. Esiste un altro personaggio, importante, nei due romanzi presi ad esempio, che si ritrova nella
ragazza dai capelli scuri. Questa consiste in un'esperienza di primo piano nella vita dello scrittore, quando alla sua porta si presenta, per la consegna di un ordine, una giovane ragazza dai capelli scuri che porta al collo un ciondolo d'oro che spiega essere un simbolo dei cristiani delle origini. In quel mentre Dick fa un'esperienza di anamnesi (termine platonico per spiegare l'esperienza di recupero di verità eterne dal mondo delle idee) in cui si ritrova ad essere un cristiano del I secolo d.C. perseguitato dai Romani. In "Ubik" la ragazza dai capelli scuri è senza dubbio la bellissima Pat Conley, che possiede il talento di alterare il passato, mentre in "Le tre stimmate di Palmer Eldritch" è Anne Hawthorne, che interviene in uno degli pseudo-mondi per rivelare agli occupanti l'inganno. Per lo scrittore l'importanza di questo ruolo è tale che in una lettera scrisse alla sua quinta moglie Tessa, la ragazza dai capelli scuri di cui era innamorato, "tu sei la sostanza che tiene unito il mio mondo" (5).
Al termine della stesura di una tale relazione, giocoforza sintetica, cosa rimane? devo chiudere questo blog e, nel ringraziare e omaggiare chi mi ha seguito durante tutto questo tempo, lascio con una conclusione che sembra quasi aleggiare in uno stato di sospensione. Un blog nato un pò per gioco, ma soprattutto per esser libero e mai da solo, con quella poesiola che voleva fungere da introduzione e che invece ha rappresentato il succo di tutto quanto ho descritto poi. I temi, tanti, sono evidenziati nelle etichette a lato. Partendo dal paradigma della programmazione, che ha dato vita al primo racconto, ho poi nell'ordine analizzato il sogno e ho proposto un'idea per il risveglio, cercando di capire cosa fosse illusorio e cosa reale, e come dare forma di materia a quel che proviene dal mondo delle idee; poi ho studiato le forme della natura e, una volta osservate e comprese, ho affrontato la produzione di sé e come, una volta consapevoli delle proprie origini, ci possiamo permettere di dare una forma a noi stessi, per renderci noti. La trattazione, di volta in volta, di temi così complessi, mi ha visto sempre aiutato da personaggi autorevoli: fisici delle particelle, filosofi, psicologi, musicisti, registi autoriali, e spesso ho fatto parlare loro in mia vece, non sentendomi assolutamente all'altezza. Arrivato poi, recentemente, allo studio dell'identità, la propria, e della relazione, che con l'altrui identità cerca l'unione, ho capito il motivo che mi procura tante difficoltà. Il tutto, nel contesto ambientale in cui siamo immersi, anzi, che ci siamo creati, e qui ho trattato i temi di economia, che vorrei e non vorrei avere studiato; ovvero dovrei studiare ancora a fondo per poterla negare e saper accettare un nuovo ordine ambientale, una nuova economia appunto. Forse c'è già questa nuova consapevolezza: la gente inizia a essere stanca, comincia a capire di essere stata presa in giro. Purtroppo la sola consapevolezza non basta. Prima, e prima di aprire questo blog, la visione "alla Matrix" mi lasciava perplesso, ma purtroppo è vero che, se l'umanità non è una massa controllata dalle macchine, è però soggetta ai rapporti di produzione e riproduzione capitalistici, quindi è controllata dal capitale, cioè dalla classe sociale che lo rappresenta. Desidero proporre, a seguire e come conclusione, il parere della blogger Olympe de Gouges, che scrive su
diciottobrumaio, e che in una sorta di eredità latente invito, anche dopo la mia chiusura, a continuare a leggere insieme agli altri blog elencati a lato. "Essere feticcio compatibile è anzitutto una forma della coscienza, anzi la sua forma inconscia per eccellenza, la sua forma automatica. Un individuo incarcerato tra le sbarre dei codici ideologici dominanti, il cui comportamento risponde per ciascun rapporto sociale, è portato a negare di esserne prigioniero. Sono chiamati inconsapevolmente a realizzare un programma che è stato introdotto in loro stessi, a eseguirlo inconsciamente e automaticamente tanto da ritenere l’apparenza della realtà, vale a dire il carattere feticistico del mondo, come il solo reale. Si tratta di quella che Marx chiamava la “comunità illusoria”, il cui prodotto genuino è la “coscienza illusoria di sé”. Non deve quindi stupire che molti soggetti vivano il problema della propria identità e si creino frequentemente dei cortocircuiti dei quali s’interessano le pseudoscienze borghesi, a incominciare dalla psicoanalisi."
Non saprei dire di più, e forse è meglio così. Voglio rilevare, avvicinandomi al finale, che nello scrivere quest'ultimo post ho proposto una singolare interpretazione su di un autore che poco si confà a qualunque interpretazione. Credo che Philip Dick vedesse i suoi racconti come un viaggio dello spirito, senza alcuna valenza materiale, e noi siamo troppo abituati a dare significato alle cose materiali. Le mie ricerche, gli studi compiuti per gli argomenti che si sono qui succeduti, hanno acceso la mia curiosità, e spero anche quella dei lettori, senza per questo pretendere di trovare una definitiva soluzione. Ma siccome lo spirito critico di questo blog, che adesso si spegne, deve restare vivo, aggiungo solo un'idea, una soluzione vivificatrice, che prevede di accettare l'integrazione nella realtà che vediamo, ma sempre in modo critico: consumiamo pure per sopravvivere ma, se vogliamo vivere, vediamo di essere anche capaci di cogliere beni inconsumabili, i beni relazionali.
A tutti quanti mi hanno seguito e letto va un abbraccio grande e tutto il mio affetto.
(1) Esegesi 032 (1977)
(2) Esegesi 014 (1978)
(3) Esegesi 021 (1978). Esegesi è il titolo degli scritti autografi di Dick composti a partire dal 1974, appena dopo le esperienze allucinatorie "2-3-74"; è un lavoro imponente,di oltre ottomila cartelle, non ancora pubblicato integralmente.
(4) Sutin L., "Divine invasioni: la vita di Philip K. Dick", Fanucci 2001
(5) Le lettere d'amore di Phil alle sue molte fiamme, di cui cinque divennero mogli, si trovano nella raccolta "The dark haired girl", 1988