Un road-movie in un paesaggio innevato, un viaggio alla scoperta di sé. Apparentemente è questo l'oggetto del film del regista norvegese Rune Denstad Langlo e fin qui potrebbe apparire abbastanza banale. Ma se in un qualunque momento lo spettatore riuscisse a riconoscere un pò del suo vissuto nelle vicissitudini di Jomar, il protagonista, non può che lasciarsi trascinare nel suo fantastico viaggio, in cui si svelano le anime dei luoghi e delle persone che compongono il profondo nord della Norvegia, fatta di una storia e cultura tutta da scoprire. Il paesaggio nordico possiede un fascino irresistibile, ma le persone che lo abitano sono altrettanto affascinanti: Lotte la curiosa adolescente, Ulrik lo strano giovane che tenta di ubriacarsi con un assorbente imbevuto di alcool sulla testa, Alio il solitario anziano che vive in un tepee su un lago ghiacciato con una catena legata alla caviglia, sono il variegato paesaggio umano che assume il carattere di vero protagonista, per come lo stesso Jomar, protagonista effettuale, trova in ciascuno di essi una propria immagine, a rappresentare una tappa della propria vita. La linearità del viaggio, iniziato a bordo di una motoslitta e terminato con gli sci ai piedi, assume nel suo insieme un risultato di sfericità, rivelando nel morbido finale, assolutamente essenziale nell'economia del film, una sensazione di compiutezza e sospensione. Come il bianco della neve, che riesce ad attenuare e ovattare ogni rumore superfluo.
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Un road-movie in un paesaggio innevato, un viaggio alla scoperta di sé. Apparentemente è questo l'oggetto del film del regista norvegese Rune Denstad Langlo e fin qui potrebbe apparire abbastanza banale. Ma se in un qualunque momento lo spettatore riuscisse a riconoscere un pò del suo vissuto nelle vicissitudini
di Jomar, il protagonista, non può che lasciarsi trascinare nel suo fantastico viaggio, in cui si svelano le anime dei luoghi e delle persone che compongono il profondo nord della Norvegia, fatta di una storia e cultura tutta da scoprire. Il paesaggio nordico possiede un fascino irresistibile, ma le persone che lo abitano sono altrettanto affascinanti: Lotte la curiosa adolescente, Ulrik lo strano giovane che tenta di ubriacarsi con un assorbente imbevuto di alcool sulla testa, Alio il solitario anziano che vive in un tepee su un lago ghiacciato con una catena legata alla caviglia, sono il variegato paesaggio umano che assume il carattere di vero protagonista, per come lo stesso Jomar, protagonista effettuale, trova in ciascuno di essi una propria immagine, a rappresentare una tappa della propria vita. La linearità del viaggio, iniziato a bordo di una motoslitta e terminato con gli sci ai piedi, assume nel suo insieme un risultato di sfericità, rivelando
nel morbido finale, assolutamente essenziale nell'economia del film, una sensazione di compiutezza e sospensione. Come il bianco della neve, che riesce ad attenuare e ovattare ogni rumore superfluo.
Visto martedì a Loreto: voto ***
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