Uscito in Italia con il titolo "Questione di punti di vista", le 36 vedute del Pic Saint Loup (una cresta rocciosa delle Cévennes, parte sud del Massiccio Centrale) sono mutevoli, a seconda dell'angolazione in cui ci si trova girando intorno alla montagna. Come la realtà, fatta di verità sempre diverse, così come emerge ai bordi della pista del circo, un cerchio magico che fa da scenario alla storia. Kate (Jane Birkin) torna a dirigere il circo dopo un'assenza di 15 anni, vissuti nell'angoscia di aver tentato un numero finito tragicamente. Una volta resasi conto che la sofferenza continua ad attanagliarla, riesce a liberarsene con l'aiuto di Vittorio (Sergio Castellitto), un perfetto estraneo, curioso e girovago, che si appassiona alla vita circense e viene coinvolto in questo mondo piccolo e semplice, fatto soprattutto di persone. Arte nell'arte: la scena dei clown riproposta in variazioni da più angolazioni, i numeri degli acrobati (eseguiti in maniera semplice, senza luci e lustrini) che fungono da stacco ai vari quadri, i dialoghi, perfino un monologo immerso nel buio, le tempistiche entrate in scena accompagnate da cambi di luce, conferiscono un'impostazione teatrale a tutto il film. Nel prefinale i personaggi escono in passerella, guardando in macchina, tirando le conclusioni di una storia semplice e poi si accommiatano con leggerezza. Tutto avviene in modo essenziale, ma "avviene", e in una commistione tra finzione scenica e realtà comprendiamo che tutto può essere raccontato e vissuto.
Visto ieri al Solaris, voto *** e 1/2 perché i due protagonisti non convincono del tutto: un pò troppo distaccati e, se la prova attoriale doveva assumere il richiesto carattere di teatralità, ciò è andato a scapito della naturalezza.
1 commento:
Uscito in Italia con il titolo "Questione di punti di vista", le 36 vedute del Pic Saint Loup (una cresta rocciosa delle Cévennes, parte sud del Massiccio Centrale) sono mutevoli, a seconda dell'angolazione in cui ci si trova girando intorno alla montagna. Come la realtà, fatta di verità sempre diverse, così come emerge ai bordi della pista del circo, un cerchio magico che fa da scenario alla storia. Kate (Jane Birkin) torna a dirigere il circo
dopo un'assenza di 15 anni, vissuti nell'angoscia di aver tentato un numero finito tragicamente. Una volta resasi conto che la sofferenza continua ad attanagliarla, riesce a liberarsene con l'aiuto di Vittorio (Sergio Castellitto), un perfetto estraneo, curioso e girovago, che si appassiona alla vita circense e viene coinvolto in questo mondo piccolo e semplice, fatto soprattutto di persone.
Arte nell'arte: la scena dei clown riproposta in variazioni da più angolazioni, i numeri degli acrobati (eseguiti in maniera semplice, senza luci e lustrini) che fungono da stacco ai vari quadri, i dialoghi, perfino un monologo immerso nel buio, le tempistiche entrate in scena accompagnate da cambi di luce, conferiscono un'impostazione teatrale a tutto il film. Nel prefinale i personaggi escono in passerella, guardando in macchina, tirando le conclusioni di una storia semplice e poi si accommiatano con leggerezza. Tutto avviene in modo essenziale, ma "avviene", e in una commistione tra finzione scenica e realtà comprendiamo che tutto può essere raccontato e vissuto.
Visto ieri al Solaris, voto *** e 1/2 perché i due protagonisti non convincono del tutto: un pò troppo distaccati e, se la prova attoriale doveva assumere il richiesto carattere di teatralità, ciò è andato a scapito della naturalezza.
Posta un commento