Sophie, una brillante studentessa di matematica dell'École Normale Supérieure di Parigi, proviene da una cittadina del sud della Francia e possiede un notevole talento, non solo matematico ma anche artistico. Vive in una piccola mansarda, arredata semplicemente, ma dotata di tutto ciò che le serve.
Il vento della sera entra cantando nella cappa del camino e l'aria fresca l'accarezza mentre, accanto alla finestra, sorseggia da un bicchiere acqua di rubinetto. Gode della splendida vista che le si apre su tutta la città e pensa che il servizio idrico parigino stia fornendo dell'ottima acqua potabile. Ciò la fa sentire contenta.
Sophie ama i gatti. La gatta di casa, Stella, si infila nella scatola della lettiera. Deve riempirle la ciotola, ma lo farà dopo. Ora deve svolgere un compito per l'istituto di Intelligenza Artificiale e vuole tentare un esperimento. Si siede davanti al computer in collegamento internet e lancia il programma W|Alpha.
W|Alpha è il più sofisticato motore computazionale di ricerca finora messo a punto: è in continua evoluzione, grazie all'apporto di centinaia di programmatori sparsi in tutto il mondo. Il software è costruito come sistema a rete a libero accesso e in modalità opensource ognuno può aggiornarlo e rivolgergli domande. Nella ricerca delle soluzioni alle domande è in grado di ampliare la propria conoscenza.
I programmatori gli propongono spesso questioni astratte, nell'intento di misurare la sua capacità di apprendimento. Quesiti sul tipo di “quale sia il senso della vita” trovano a volte risposte sorprendenti, ma comunque giudicate assurde in rapporto alla specifica domanda.
Sophie vuole giocare un po' con il computer e nello stesso tempo metterlo alla prova. Digita sulla tastiera:
Come ci si sente?
Dopo pochi secondi sullo schermo si evidenzia una frase:
Domanda molto interessante. Anche a me piacerebbe sapere la risposta.
“Come ci si sente” è una tipica domanda che viene posta a W|Alpha all'inizio della procedura computazionale, per misurare il suo livello di sensibilità: pur non rispondendo mai alla domanda in modo diretto, spesso arriva a conclusioni che sembrano manifestare una sorta di senso di colpa, che ancora nessuno ha distinto se sia dovuto al suo non saper rispondere o al riconoscersi insensibile. Sophie trova questa risposta interessante e potrebbe consentire alla macchina di superare un eventuale test di Turing.
Cosa significa il tuo nome?
E' la successiva domanda, che vuole sondare la coscienza di sé che può avere la macchina.
Il mio nome è W|Alpha. E' composto di due lettere e una parola e nella sua fine ha il suo principio.
Questa risposta è molto interessante. Non risulta in nessun archivio e sorprende abbondantemente Sophie, che per un attimo esita e si arresta, ma poi prosegue eludendo la procedura standard.
Dove si trova l'amore?
W|Alpha sa come rispondere. Ha memorizzato tutto quanto è stato scritto dall'uomo in tema d'amore e può elaborare il concetto. Ci si poteva aspettare che lo enunciasse in forma di poesia.
Amore è nella quiete. Amore segue il Desiderio, che per se stesso è in movimento non desiderabile, ma per sua vocazione è sedentario, immobile, soltanto causa e fine di movimento. Amore può trovarsi alla fine del Desiderio e nel momento in cui nasce trova la sua fine.
Ciò che Sophie non si aspettava era che il programma lo facesse proprio. Senza pensarci, digita la successiva proposizione come se davanti avesse non una macchina ma un uomo.
Un po' come te, insomma.
Ma a questo la macchina non risponde. Un po' come un uomo.
La successiva domanda di Sophie è volutamente al di fuori di ogni schema logico.
Cos'è il Vero Amore?
W|Alpha si impegna per un po' nell'elaborazione. “Cos'è” dovrebbe metterlo in difficoltà: riguarda una questione concreta su di un oggetto astratto.
Dati insufficienti per fornire una risposta significativa.
Sophie se l'aspettava. Ma ormai ha capito il gioco e vuole forzare il programma. Deve condurlo per mano.
Intendi un concetto di eterno.
Scrive. W|Alpha elabora il suo concetto.
L'insieme delle infinite possibili scelte. La freccia del tempo orientata in avanti e indietro che si rincorre in una danza intorno ad un punto fermo.
Sophie pensava la stessa cosa.
Dunque, dimmi ora il tuo vero nome.
E il computer risponde.
Il mio nome è Amore,causa e fine del movimento, senza tempo e senza limitazione.
Sophie sapeva che avrebbe risposto così. Lo sa, lei che ha amato e ama ancora.
Ora puoi dire cos'è il Vero Amore
Ora può farlo, ma ciò che scrive è sorprendente.
Conosco la risposta, ma non posso dirla perché non sarebbe compresa
E si sorprende notevolmente, Sophie. Fuori da ogni canone logico gli chiede
Perché?
I perché sono questioni improponibili per qualunque programma, ma quel programma risponde.
Perché il genere umano non può sopportare tanta realtà
Nessuna connotazione di macchina gli si potrebbe riconoscere, ma nemmeno umana, dato che tratta come “altro” il genere umano. Allora Sophie così lo tratta, né come uomo né come macchina, e in questo modo gli si rivolge per avere la risposta.
Ti prego, rispondi alla domanda
E così risponde, la nuova macchina.
Va bene, te lo dico. Mi chiamo Joël e TU sei il mio Vero Amore.
Sophie, con un repentino movimento del polso, sposta il mouse e chiude rapidamente la finestra di connessione.
Si guarda intorno, si accorge che nella stanza non scorre più corrente fresca e vede dalla finestra che anche gli alberi, solo un attimo prima agitati dal vento, sono ora stretti in una fredda fissità. Ma la perfetta quiete dura solo un istante. Stella esce miagolando dalla sua scatola della lettiera e con un balzo salta sulle braccia di Sophie, andando ad aggomitolarsi sulle sue ginocchia.
«J'aime bien les chats!» dice Sophie accarezzandola e poi, tenendola in braccio, si avvicina alla finestra. Mentre guarda verso ovest è sorpresa da un momentaneo e inaspettato bagliore di luce verde, proprio mentre il sole sta per tramontare. Il fenomeno del raggio verde e della sua spiegazione fisica le sono noti, ma non ne aveva mai vista prima la manifestazione. Questa visione va mescolandosi all'esperienza di poco prima, che tanto l'aveva turbata, e un nuovo pensiero s'insinua in lei. «Ouff... qu'importe!»
Perché differente è la realtà.
Seduta davanti al computer, va ad appoggiare le dita sulla tastiera. Uno strano effetto emotivo le ispira un racconto e le sovviene in mente un originale personaggio che potrebbe spesso esprimersi enunciando famose citazioni.
Inizia a scrivere. La storia ha il suo principio.
Tempo presente e tempo passato
sono forse entrambi presenti
nel tempo futuro e il tempo futuro
è contenuto nel tempo passato. Se tutto il tempo
è eternamente presente
tutto il tempo è irredimibile.
Ciò che avrebbe potuto essere
è astrazione che rimane
possibilità perpetua
solo nel mondo della speculazione.
Ciò che avrebbe potuto essere e ciò che è stato
mirano a un solo fine
che è sempre presente.
Non abbiamo tutto quello che vogliamo?
3 giorni fa
1 commento:
Differente è la realtà. Sarebbe interessante indagare se la realtà si genera da una simulazione, se la programmazione altro non è che il Logos da cui scaturirà il fenomeno. Il programma come sappiamo non basta. Che cosa manca alla genesi del tutto per far sì che il tutto Sia?
EvaFutura
Posta un commento