martedì 12 gennaio 2010

L'ora blu (omaggio a Eric Rohmer)

3 commenti:

Fabio ha detto...

E' morto a Parigi, all'età di 89 anni, Eric Rohmer. Maestro della Nouvelle Vague, è stato uno dei maggiori cineasti autoriali francesi. Le pellicole realizzate da Rohmer sono uniche e irripetibili, costruite secondo la sua originale idea di cinema. Sotto l'apparente leggerezza che attraversa le sue opere soggiace quella rigorosa costruzione frutto della convergenza tra teoria e pratica filmica che dona una straordinaria coerenza a tutto il suo discorso artistico.
La parola è sovrana nei film di Rohmer, i suoi film sono molto parlati. "Quello che dico nei miei film, potrei anche dirlo in un romanzo", disse una volta Rohmer, ma aggiungendo: "Quello che 'dico', non lo dico con le parole."
Troppo facile sarebbe, seguendo un suo film, cadere nell'equivoco di correre dietro ai dialoghi impostati dai personaggi, che spesso sono sovrapposti e caotici, a cui nemmeno la macchina da presa riesce a star dietro mentre forniscono più e più enunciazioni a carattere filosofico o comunque volte alla ricerca di una identità etica ad uso di una tesi da dimostrare. I dialoghi così costruiti, secondo una logica teatrale, dai tempi perfetti, non fanno poi che rivelare la loro caducità di fronte all'imprevedibilità del caso, dimostrando così che le parole enunciate un attimo prima sono dispensatrici di tutt'altra verità. L'architettura così elaboratamente progettata con la ricercata esposizione dialettica dei personaggi trova un pronto contrasto nel confronto con la realtà, che demolisce quella costruzione basata su un caotico intreccio di singole volontà, che alla fine viene a galla.
"è attraverso le parole che i personaggi operano depistaggi, illudono se stessi e gli altri, illustrando la propria volontà di controllo razionale sul mondo.
Quasi tutti i protagonisti rohmeriani sono convinti di poter dominare il proprio destino, di imprimere al corso degli eventi gli argini della propria
razionalità, di schemi in cui tentano di imprigionare gli istinti propri e altrui: la parola, ovviamente, è lo strumento fondamentale attraverso cui si
innalzano queste barriere illusorie, capaci di impedire la naturalezza di ogni rapporto. "Qui trop parole, il se mesfait" (Chi parla troppo finisce per ingannarsi) recita la frase di Chrétyen de Troyes che apre Pauline alla spiaggia."

La parola quindi non è all'antitesi delle immagini, non è più adatta ad un romanzo rispetto al cinema quando basta una semplice immagine, avvolta in un attimo di silenzio, per svelare la stupefacente bellezza del reale.
"Una bellezza che egli [il cinema] ha la missione, non tanto di inventare, ma di scoprire, di catturare come una preda, quasi di rubare alla cose. (...) Ma
se è vero che non la fabbrica, non si accontenta nemmeno di consegnarcela come un pacchetto già confezionato: piuttosto la suscita, la fa nascere secondo una maieutica che costituisce la sostanza stessa del suo modo di procedere."

(Il gusto della bellezza - Cahiers du cinéma, n. 121, 1961)

Fabio ha detto...

Il video proposto, tratto dal capitolo "L'ora blu" del film "4 aventures de Reinette et Mirabelle" è una perfetta dimostrazione di questo incanto: un momento di completa sintonia tra uomo e natura in cui il mondo si rivela in tutta la sua bellezza. Solo un momento, da raccogliere e vivere intensamente per il tempo limitato che ci viene concesso, come dimostra forse ancora più compiutamente l'ultima inquadratura de "Il raggio verde", dove il caso, l'uomo e la natura si allineano perfettamente in un fenomeno quasi irripetibile. La protagonista, Delphine, insoddisfatta e sfiduciata, non fa altro che alzare muri tra sé e gli altri. Casualmente assiste alla discussione di un gruppo di persone che, commentando il romanzo di Jules Verne "Le rayon vert", spiega il fenomeno fisico per cui una scia luminosa, frutto della rifrazione della luce solare da parte dell'atmosfera, è visibile per pochi secondi, generalmente al tramonto nelle giornate chiare. Secondo il romanzo, chi ha la fortuna di assistere al fenomeno riesce a leggere meglio nei sentimenti propri e altrui e così quando lei, trovatasi a fianco di un ragazzo appena conosciuto, riuscirà a vederlo del tutto casualmente, riuscirà anche a guardare dentro e fuori di sé senza paura, trovando finalmente la gioia e la tranquillità a cui anelava.

Come omaggio a Rohmer ho però scelto questo spezzone tratto da "L'ora blu", che inizia con la proposta di un dialogo stupendo tra due ragazze sul silenzio, la natura, la ciclicità delle cose, per arrivare ad un attimo di sfolgorante bellezza che rivela l'incanto di un'amicizia sincera. E' il film che mi ha fatto conoscere Rohmer tanti anni fa e, detto così, come potevo non innamorarmene?

(N.B. frasi e citazioni sono tratte da: "Eric Rohmer - La modernità e la menzogna" di Stefano Finesi, 58^ Mostra del cinema di Venezia 2001)

Lenabuona ha detto...

Splendido