martedì 7 dicembre 2010

1 commento:

Fabio ha detto...

Ha destato molta attenzione, nei giorni scorsi, l'esperimento attuato al CERN di Ginevra che ha ottenuto come risultato quello di "imbottigliare" 38 atomi di anti-idrogeno. La novità è che le antiparticelle non sono scomparse immediatamente, per annichilazione, non appena venute a contatto con il mondo materiale, ma hanno vissuto 0,17 secondi: un periodo di tempo lunghissimo per il mondo subatomico, sufficiente per poter effettuare uno studio approfondito. Le particelle di antimateria, infatti, solitamente scompaiono non appena vengono a contatto con le relative particelle di materia, ma il risultato di questo esperimento potrebbe aiutare a capire perché, al momento del Big-Bang, quando materia e antimateria avrebbero dovuto prodursi in quantità eguale e quindi distruggersi nella frazione di secondo successiva all'esplosione iniziale, la materia prese il sopravvento, iniziando a costruire l'Universo come noi lo conosciamo.
Per poter immaginare di arrivare a comprendere tale questione bisogna prima avere il coraggio di accantonare le proprie certezze e mettersi bene in testa che nel mondo subatomico (tanto più piccolo e perciò tanto più vicino a quello reale, e che può essere percepito coi sensi solo in presenza di una forte immaginazione) non sempre due più due uguale quattro è la soluzione migliore, ma a volte due più due uguale cinque è una soluzione più graziosa.
L'esistenza delle antiparticelle fu prevista teoricamente nel 1930 dal fisico inglese Paul Dirac e la prima antiparticella - il positrone, o anti-elettrone - fu scoperta nel 1932 da Carl Anderson.