sabato 17 ottobre 2009

Ljubav i drugi zločini (Amore e altri crimini)



A quale "scopo" regalerò la mia anima?

1 commento:

Fabio ha detto...

Dov'è il confine oltre il quale si può dire trovarsi amore? Con quali occhi riusciamo a vedere al di là di questo confine?
"Amore e altri crimini" racconta una giornata decisiva per diverse persone che vivono in una desolante periferia di Belgrado. Per Anica il giorno è quello della fuga, per cominciare una nuova vita altrove. Amante di Milutin, un boss malavitoso, decide di andarsene e vuol passare quest'ultima giornata a salutare le persone a lei più care prima di lasciarle per sempre.
Per Stanislav, che è segretamente innamorato di Anica da più di dieci anni, questo è il giorno in cui le dichiarerà il suo amore. Lo fa, accompagnandola in un giro della città, mostrandole luoghi che lei non ricorda ma che vivono della sua muta adorazione, in un tenero tragitto il cui scopo recondito è farla rinunciare ai propositi di partenza, in ciò che può dirsi un gesto romantico, mentre solo partire con lei, rinunciando a tutto, sarebbe amore.
Il troppo amore è un esempio beffardo di crimine, ma ciò di cui parla il titolo è la mancanza di amore, soprattutto per come esso non viene riconosciuto quando lo si ha di fronte.
Il distacco umano è ciò che rende più difficile la partenza di Anica che, man mano che il film prosegue, sembra sempre meno convinta del piano che intende
attuare, ma questa possibilità di cambiare idea continuamente crea un senso di disorientamento da cui è difficile sfuggire. Anche altri quadri del film mostrano questa sensazione. Ivana, la figlia quattordicenne di Milutin, ripete giornalmente il suo proposito di gettarsi dal tetto del palazzo, sapendo che la sua vita continuerà a stazionare su quel bordo di tetto. Il volo del pappagallo del boss di quartiere rivale di Milutin, apparentemente libero di volare via, e invece circoscritto in un'area immaginaria delimitata dai palazzi. Il tema musicale: "Besame mucho", canzone che ricorre per tutto il film, cantata
fino all'ossessione da tutti i protagonisti, destinati a riprodurre percorsi di vita già visti. I personaggi sono disperati, come l'amore che spera di essere ritrovato in un appuntamento futuro perché non lo si è saputo vivere nel presente. Restando immobili, le radici affondano sempre di più e, al limite, ci si salva sopravvivendo. Sembra così che l'unico modo per avere una reale alternativa sia quello scelto da Anica, cioè la fuga.

Bésame, bésame mucho
como si fuera esta noche la última vez


Ma ancora l'ultima volta non sarà.


Visto venerdì al Masetti: voto ***