domenica 4 ottobre 2009

Tonari no Totoro (Il mio vicino Totoro)



- Anche se era un sogno...
- ... non è stato un sogno!

1 commento:

Fabio ha detto...

"Anche se era un sogno..."
"... non è stato un sogno"
si fanno eco Satsuki e Mei, le leggere protagoniste del lungometraggio del maestro Miyazaki, nelle sale italiane con 21 anni di ritardo rispetto all'uscita in patria.
Non si distingue il sogno dalla realtà, la notte dell'arrivo di Totoro nel giardino delle bambine, quando i semi appena piantati crescono fino a diventare un gigantesco albero.
Il mattino successivo l'albero non c'è più, ma sono già spuntati teneri germogli. I ritmi della natura sono lenti, ma con il tempo tutto si realizza. Questa idea vuole dare Totoro, lo spirito della foresta che abita in un albero di canfora (che può essere interpretato come un jinja), per come vigila sul rispetto della terra. La storia è semplice e proprio qui sta la poesia del film, nel
mostrare come il buffo Totoro possa godere delle piccole cose quali la pioggia battente e come le bimbe siano per niente intimorite dalle strane creature che incontrano, dal momento che hanno imparato a rispettare la Natura e ad apprezzare la sensibilità dei suoi figli.
In un ripiego temporale si riconoscono alcune piccole creature de "La città incantata" (i Susuwatari, delle palline di fuliggine nere pelosette con due occhi), mentre il gattobus a 12 zampe ricorda un pò lo stregatto di Carroll.
Troppo buonismo nei primi film del regista giapponese? Non ci sono personaggi negativi e la "Nonnina" può ricordare solo nelle fattezze la Yubaba del sopracitato capolavoro di Miyazaki, perché dal suo rapporto sereno con la Natura trae la saggezza con cui istruisce le due bambine e i frutti necessari per poter vivere. Forse è fuorviante proporre eccessiva speranza nelle cose fantastiche, nel sogno e nella bontà, ma riassaporare, in un'opera di oltre vent'anni fa, un tratto 2-D attualissimo e il colore pastello di un verde intenso così simile al naturale, è un vero godimento per gli occhi e per lo spirito.

Visto domenica al Solaris: voto ****