martedì 16 marzo 2010

Niente è come sembra














Caralho!

2 commenti:

Fabio ha detto...

“Meglio sarebbe s’io fossi dissennato: allora i miei pensieri sarebbero separati dai miei guai, e quando l’immaginazione è diretta altrove, i dolori perdono la coscienza di se stessi” (Re Lear, IV - VI).

La figura del folle è un'invenzione ampiamente usata in letteratura: un espediente metaforico che permette di aprire gli occhi alla vera realtà che viene meglio percepita, bizzarramente, attraverso la pazzia (pensando al personaggio del Matto in Re Lear, questi è la pazzia ovvero la saggezza del re).
Prendo a prestito questa figura shakespeariana per esemplificare quanto è accaduto nei giorni scorsi nella vita sportiva di una piccola città sulle rive dell'Adriatico che ha sempre vissuto di basket ma che di recente ha saputo appassionarsi ad uno sport come la pallavolo. Un gioco che, ai massimi livelli, risulta scientificamente esatto, ma di cui ci si può innamorare solo quando alla pura geometria si aggiunge una componente folle.
Nella foto è ritratto Angelo Anibal Vercesi, ex coach della Robursport Volley Scavolini di Pesaro. Un personaggio fuori dagli schemi: scatenato a bordo campo,
si tuffava sui palloni impossibili ancor prima delle giocatrici e, soprattutto, si è dimostrato un vincente. Suo il primo scudetto vinto sul campo, divertendo grazie ad un modo di giocare "alla brasiliana", contagiando sportivi e non con un modus vivendi tutto carioca, fatto di amicizia anche fuori dal campo, partite in spiaggia e pizza tutti insieme dopo gli allenamenti.
Dopo due scudetti, anche l'annata presente era iniziata sotto i migliori auspici, ma mentre da fuori appariva tutto bello e tifosi e giornalisti sprecavano
elogi per il coach, all'interno dello spogliatoio si stava consumando l'imprevisto.
La parola fine a questo idillio l'ha pronunciata il capitano della squadra, Martina Guiggi, nello spiegare i perché dell'esonero di un allenatore tanto amato dal pubblico: "Un esaurito", lo definisce, il giorno dopo l'allontanamento. Un folle, appunto.
A seguito dell'esonero del coach, la filosofia verdeoro sembra destinata a trascinarsi verso il fallimento: non funziona più questo spirito importato quattro
anni fa dal guru della pallavolo mondiale Zé Roberto ed espresso nella sua natura più vivace da Angelo Vercesi, insieme alle giocatrici Sheilla, Mari, Jaqueline. Quest'anno era rimasto solo, dopo il ritorno a casa di Zé Roberto e del trio brasiliano, e in Italia non funziona: non si induce la 'Alegría', non si gioca alla brasiliana solo perché i palloni escono rapidi dalle dita dell'alzatrice. Era rimasto solo e quest'anno "andava a mangiare la pizza da solo" (sempre la Guiggi nella sua intervista, ndr). Per un pò l'incanto è durato: tante volte le ragazze,che anche nel set in cui erano in svantaggio,quasi vicine alla sconfitta, rientravano dal campo col sorriso, consapevoli della propria forza. "Quest'anno i sorrisi erano finti" sancisce freddamente il capitano. Ultimo atto di una finzione scenica che non ha fatto altro che ingannare tutti.

(per i retroscena della storia leggi qui)

Fabio ha detto...

I tifosi sconcertati cercano di riprendersi dallo shock, dicendo che non si potrà mai sapere cosa è successo veramente, convinti che "la verità sta nel mezzo", rifiutandosi di scegliere tra: allenatore da una parte e giocatrici e società dall'altra, per come tutti i componenti della squadra sono amati in maniera equanime. Personalmente mi rifiuto di credere che la verità sia così ambigua: se non ci possono essere due verità dobbiamo pensare alla errata interpretazione della verità fatta dall'uomo e dalle sue leggi: queste sì ambigue, ambivalenti e volubili. La verità sta così da entrambe le parti, perché ognuno si costruisce la propria. Chi vuole vivere in pace evita di prendere posizione e continua a tifare Scavolini e per ora il tifoso medio vive nella convinzione della bontà delle ragioni di entrambe le parti, seppur con il lecito sospetto che ci sia qualcosa di più, che forse non si vuole venire a sapere. Una storia d'amore tra il coach e una delle ragazze, si vocifera, ma questo non importa. O forse importa troppo e si chiudono gli occhi di fronte all'ipotesi di essere stati tratti in inganno. Nel ricercare la ragione dei savi ci si nega l'indesiderata (forse folle) verità, che potrebbe condurre alla coscienza di un amore tradito, coscienza dell'errore di giudizio e, infine, della propria follia. I ruoli così si sovrappongono: chi è il folle? Vercesi, vice (giullare) di Zé Roberto (re) e idolo-giullare del pubblico sovrano, nel momento in cui è stato promosso a capo allenatore (re) ha raggiunto un ruolo che gli ha svelato il tradimento (ingratitudine filiale) delle sue ragazze. Forse un ritorno del re (Zé Roberto, come ipotizzano un pò avventatamente i
quotidiani locali, avrebbe già preso contatti con la società) potrebbe zittire tutti e cancellare la memoria di quelli che, scrollandosi di dosso la scomoda immagine di matto, hanno già provveduto a ringraziare "il Matto".