La festa.
Un incrociarsi di volti
e di motori abbrustoliti
sgominati da una lingua di asfalto.
Intrecciarsi di corpi
nel dolce e ingannevole oblio
che i giovani amanti accarezza.
Ognun si racconta in quei panni
convinto di trovare un amore
mentre di bere si colma.
Mi isolo nella spiaggia affollata.
Sto lì dove non vorrei stare
e quel che non vorrei fare faccio.
Come quel che non ha niente ed è felice,
così io desidero il niente che possiedo.
La naturale felicità.
Immagino.
Come districare il nodo senza vederlo.
Scaldarsi nel cuor della Terra
e stringere la sfera del Cielo.
Il disiato e temuto nome pronunciare.
Così dò voce al vero amore
e mi godo la festa
da ogni luogo del presente.
"il vero amore è una quiete accesa"(G.Ungaretti, Silenzio in Liguria)
Non fare la domanda a me
1 giorno fa
1 commento:
Scritto di ritorno dalla Notte Rosa in Riviera.
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